Santuario Maria SS. della Catena

Località: Aci Catena
Tempo visita: 30 min

Descrizione

Storia della fabbrica

Sin dal secolo XV, nel territorio di Jaci in contrada «delli Scarpi», sorgeva un altarino che recava l’immagine della Madonna della Catena, cioè «la Madonna liberatrice e giustiziera, consolatrice degli affanni dei fedeli che a Lei si rivolgono fiduciosi». La costruzione del primo altarino avvenne dopo l’arrivo in contrada della notizia del miracolo avvenuto a Palermo il 18 agosto del 1392. Secondo la tradizione orale la Madonna apparve a tre condannati ingiustamente a morte: prodigiosamente spezzò loro le catene ed ebbero salva la vita. Nel 1576 l’altarino venne trasformato in una cappella e affidato alla cura della confraternita che si dedicava al culto della Madonna. Nel 1586 ebbero inizio i lavori di costruzione della chiesa poichè la chiesa sacramentale dei santi Elena e Costantino si rivelò insufficiente ad accogliere i fedeli del popoloso quartiere; vennero abbattuti i muri perimetrali della piccola cappella ed ebbero inizio i lavori di costruzione di un edificio di dimensioni più ampie. Il primo maggio del 1588, a costruzione ancora non ultimata, venne celebrata la prima messa. Vista la grande devozione verso la Madonna della Catena, i giurati di Jaci, il 30 aprile del 1592, disposero la somma di 25 once per il completamento del tempio sacro. A causa del continuo aumento del numero degli abitanti del quartiere, il 25 gennaio del 1597, la chiesa della Madonna della Catena venne elevata a chiesa sacramentale. Nel 1640 fu elevata a matrice civile. Il quartiere continuava ad espandersi e monsignor Michelangelo Bonadies, vescovo di Catania, con decreto del 10 luglio 1686, elevò «Santa Maria della Catena a matrice di tutto il vassallaggio, cioè delle chiese della città di Aci S. Antonio e Filippo». L’11 gennaio del 1693 una terribile scossa di terremoto devastò tutto il Val di Noto. Quasi tutte le città della Sicilia sud-orientale furono rase al suolo, ma la città di Aci Catena per intercessione della Vergine contò solo pochissime vittime. Le chiese della città furono tutte danneggiate. La chiesa matrice subì ingenti danni ma miracolosamente la cappella absidale della Madonna venne risparmiata. Anche grazie alla generosità dei principi Riggio di Campofiorito, che si erano stabiliti in città nel 1672, l’edificio religioso venne ricostruito e aperto al culto già nel 1694. Nel 1710 il principe Luigi II donò alla chiesa i resti mortali di san Candido martire, compatrono della città. Prelevato dalle catacombe romane di san Callisto, il corpo oggi riposa in una teca di cristallo posta sotto l’altare maggiore. Per volere del vicario Antonio Urso, nel 1730 fu eretta la Collegiata «composta da tre dignità, nove canonici, un maestro di cerimonia e quattro fide-commissari laici». Oltre a dare prestigio alla chiesa e alle funzioni religiose, la Collegiata si impegnava ad incrementare la crescita della devozione a Maria Santissima della Catena. In questa occasione furono spese 1000 once per abbellire l’edificio sacro con stucchi, angeli e putti, molti dei quali sono stati trafugati durante l’atto vandalico avvenuto dopo il terremoto del 1848. Nel 1746 monsignor Galletti, vescovo di Catania, concesse alla Collegiata l’uso della zimarra (lunga veste con bordi in pelliccia) e della mazza, mentre papa Benedetto XIV, conferì il privilegio del rocchetto e della mozzetta. Nel frattempo la cappella della Madonna venne impreziosita da pregiati marmi, venne costruita la balaustrata del coro, il pulpito e la cupola. Il 3 maggio del 1795 monsignor Deodato, vescovo di Catania, «con grande concorso di autorità e di popolo», come si legge sulla lapide posta all’ingresso della chiesa, consacrò solennemente il tempio sacro. Nel 1810, la chiesa venne dotata di una grande campana sulla quale venne inciso il nome di Maria: Opera dei fonditori catanesi Domenico Nicotra e Francesco Aron, fu fusa nel mese di agosto nell’atrio del palazzo del Principe. Dopo il terremoto del 1818, la struttura della chiesa venne rinforzata nelle fondamenta con una cinta di pilastri esterni. L’11 gennaio del 1848, proprio mentre il simulacro della Madonna si trovava sull’altare maggiore e si stava celebrando una messa di ringraziamento, una nuova scossa di terremoto seminò il terrore tra i fedeli e danneggiò gravemente la chiesa. La funzione fu interrotta e la statua della Madonna fu portata al sicuro nella chiesetta del palazzo del Principe. Nel 1908, quando un forte sisma rase al suolo la città di Messina, la chiesa fu di nuovo danneggiata. Il prevosto Salvatore Bella, futuro vescovo di Foggia e poi di Acireale, dispose di «incatenare» con tiranti di ferro l’intero edificio. Il 15 agosto del 1953, con voto unanime del consiglio comunale, si decise di consacrare la città alla Madonna della Catena. La stessa sera, il sindaco, a nome della cittadinanza, lesse il solenne atto di consacrazione. L’anno seguente, in occasione dell’anno mariano, sua eccellenza monsignor Salvatore Russo, vescovo di Acireale, accogliendo le richieste dei fedeli e del clero, decise di elevare la chiesa matrice di Aci Catena, con decreto del 15 agosto 1954, a Santuario Mariano Diocesano.

Prospetto

L’assimmetrico prospetto, in pietra bianca su basamento lavico, è costituito su due ordini e rinserrato da una robusta torre campanaria. Esso fu realizzato nel secolo scorso su progetto dell’ingegnere Carmelo Sciuto Patti ed andò a sostituire la precedente struttura settecentesca in pietra lavica, di cui restano a testimonianza i portali delle navate laterali. Il primo ordine è scandito da quattro grandi colonne di ordine corinzio, a rimarcare le tre navate dell’impianto basilicale, e si conclude con una balaustrata. L’ingresso principale è definito da una doppia coppia di colonne sorrette da un alto basamento. Sotto il grande timpano triangolare che sovrasta l’arco d’ingresso trova posto l’iscrizione: B. MARIAE VIRGINI A CATENA, che rimarca la dedicazione della chiesa e il nome della città. Il secondo ordine, costruito successivamente a metà dello scorso secolo, presenta una grande finestra circolare sovrastata da un imponente timpano triangolare nella cui parte sommitale è collocato il globo con la croce. Nel 1994, il prospetto della chiesa è stato arricchito dalle statue dei quattro evangelisti donati da un ignoto devoto della Madonna e realizzate dallo scultore Stancani di Vicenza.

Testi: Anna Coco, Maria Coco




Le opere principali

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