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- Chiesa di Gesù e Maria
Descrizione
Storia della fabbrica
La Chiesa di Gesù e Maria ha probabili origini cinquecentesche. Nel 1656 il gesuita padre Luigi La Nuza, infaticabile predicatore, si recò a Mascali durante la quaresima operando diversi miracoli. Nello spazio antistante la chiesa di Gesù, nel “chiano di Sant’Antonino” incontrò Anna Barbagallo, una giovane donna che chiedeva la grazia per la guarigione del braccio rotto in seguito ad una caduta. Il venerabile impartì la benedizione alla donna e la invitò a prendere un po’ di olio dalla lampada del Santissimo Sacramento della chiesa Matrice per ungere il braccio. L’indomani la donna ottenne la piena guarigione. L’edificio distrutto dal terremoto del 1693, che provocò ingenti danni all’abitato di Mascali ma pochi decessi, poiché la popolazione, al momento della maggiore scossa del 11 gennaio, si trovava in processione in aperta campagna con le reliquie di San Leonardo. Fu ricostruita nei decenni successivi e completata nel 1762 come testimonia la data presente nel cartiglio sull’arco della volta della navata.
Tra il 6 ed il 7 novembre del 1928 la colata lavica generata da una frattura nei pressi delle Ripe della Naca a quota m 1200 s.l.m., raggiunse e distrusse Mascali ad eccezione del quartiere di Sant’Antonino grazie alla sua posizione leggermente elevata rispetto al territorio circostante. La chiesa di Gesù e Maria fu l’unica risparmiata dalla lava e divenne per pochi anni la “chiesa Madre”, ospitando l’arciprete e la statua di san Leonardo. Una rara fotografia del 1930 mostra lo svolgimento della festa in onore del Santo francese nella piazza di sant’Antonino. Nel 1932 l’arciprete si trasferì nella nuova Mascali ricostruita dal Governo fascista più a valle. Inizialmente si stabilì in uno degli alloggi costruiti dal Governo per la famiglie povere che fu adibito a luogo di culto, fino a quando il 4 novembre del 1935, venne inaugurata la nuova chiesa madre di San Leonardo abate.
La chiesa di Gesù e Maria fu elevata a parrocchia il 20 giugno del 1943. Essa presenta la facciata arricchita da due lesene laterali in stile ionico composito che sorreggono la trabeazione ed il frontone. L’elegante portale in pietra lavica con timpano spezzato è sovrastato da un’ampia finestra.
Il campanile, in cemento armato, fu realizzato solo nel 1930 ad opera della famiglia Continella Platania di Acireale come ringraziamento per le ricche proprietà risparmiate dalla colata lavica del 1928 e fu inaugurato dal vescovo di Acireale mons. Evasio Colli che nei giorni dell’eruzione aveva confortato personalmente la popolazione di Mascali. La lapide presente sul campanile ricorda l’evento miracoloso: “Questa chiesetta di San Antonio di Padova nell’immane rovina di Mascali intatta la famiglia Continella Platania di Acireale al gran Santo devotissima e grata restaurò il campanile e la voce della preghiera generosamente piamente le diede. MCMXXX”
Testi: Leonardo Vaccaro