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Descrizione
In un circuito barocco, ogni anno ad Acireale si svolge quello che viene definito il più bel Carnevale di Sicilia. La bellezza del centro storico barocco infatti fa da cornice alla sfilata delle opere dei maestri della carta pesta che realizzano carri di altissima fattura e animati da movimenti meccanici ed idraulici che li rendono unici nel loro genere.
Il Carnevale di Acireale, tra i più antichi della Sicilia, vanta un’ origine lontana nel tempo. Il primo documento ufficiale della manifestazione, risale al 1594 e certifica un mandato di pagamento che l’Universitas di Jaci stabilì per l’acquisto di carni, vino e formaggi destinati ai festeggiamenti del Carnilivari. Ma esistono anche dei manoscritti che attestano durante il XVIII secolo, l’usanza di ” battagliare” attraverso il lancio di uova marce, arance e limoni , che però fu vietata il 3 marzo del 1612 con un bando della Corte criminale visti i gravi fatti accaduti gli anni precedenti.
Nel 1667 entrò in scena per la prima volta nel Carnevale di Acireale la maschera dell’Abbatazzu, detta anche Pueta Minituzzu perché si esibiva recitando poesie grottesche e maliziose. L’Abbatazzu, che ironizzava sul clero acese e in particolare su Mons. Michelangelo Bonadies vescovo di Catania, diocesi che allora comprendeva anche Acireale, indossava abiti di broccato, andava in giro con grossi libri e portava al collo un tovagliolo un tempo segno di riconoscimento delle persone infette, molto probabilmente per esorcizzare la paura della epidemie sempre incombenti durante il XVII secolo.
La tragedia del terremoto del 1693 impose la sospensione della manifestazione per diversi anni ma già agli inizi del 1700 la volontà di ricostruzione degli acesi portò a reintrodurre i festeggiamenti del Carnevale. Dopo l’ Abbatazzu nel Carnevale acese comparve la maschera del Baruni che con addosso un grande mantello nero e un cilindro ma con atteggiamenti da bifolco metteva alla berlina la nobiltà della città. Poi fu la volta dei Manti che avvolti in grandi mantelli di seta nera celavano la loro identità. La figura dei Manti fu sostituita dal Domino, costume che nei primi anni del ‘900 fu vietato a causa dei gravi reati che venivano commessi nel periodo del Carnevale in quanto questo travestimento permetteva di mescolarsi tra la folla e celare la propria identità. Nell’800 il Carnevale conosce l’introduzione della “cassariata” o la sfilata dei lando cioè carrozze dalle quali i nobili della città lanciavano confetti. In questo periodo la manifestazione assume il carattere di festa organizzata. Nel 1880 hanno inizio le sfilate dei carri allegorici in carta pesta anche perché ad Acireale esistevano già degli artigiani esperti in questa arte. Nel 1930 compaiono per la prima volta le sfilate delle macchine infiorate cioè automobili che venivano addobbate con fiori.
Oggi la maestria degli artigiani acesi unita al sofisticato contributo della tecnologia consegnano alla città di Acireale e ai visitatori che ogni anno arrivano da ogni parte d’Italia uno spettacolo unico al mondo. La sfilata dei carri si snoda lungo il circuito barocco della città e culmina in piazza Duomo dove ogni carro dà spettacolo con la propria esibizione. In passato le sfilate si svolgevano dal giovedì al martedì grasso ma da alcuni decenni il Carnevale di Acireale ha una durata di tre settimane e si conclude la sera del martedì grasso quando avviene la premiazione dei vari concorsi e il rogo di Re Carnevale. Protagonisti indiscussi del Carnevale di Acireale sono i carri allegorico-grotteschi in carta pesta. La scuola della carta pesta di Acireale ha raggiunto ormai livelli di eccellenza e i maestri artigiani acesi sfoderano tutta la loro maestria per realizzare il soggetto che di solito riguarda la satira politica o il costume sociale. Quella della carta pesta è un’arte che richiede un procedimento lungo e prevede diversi passaggi. Tutto ha inizio dall’argilla con la quale vengono modellate le maschere. Sull’argilla viene spalmato un strato di gesso e acqua sul quale una volta asciutto vengono applicate strisce di carta prima solo bagnata e successivamente imbevuta di colla . Tirata fuori dallo stampo la maschera, si procede con la gessatura con la quale viene prima pennellata con gesso liquido poi viene scartavetrata e verniciata. Una volta ultimata viene montata sul carro nel quale prende vita attraverso giochi di luci e movimenti durante le sfilate. Una peculiarità che vanta solo il Carnevale di Acireale è la sfilata di quelli che un tempo erano le macchine infiorate ma che oggi sono diventati dei veri e propri carri infiorati. La realizzazione del soggetto avviene attraverso l’utilizzo di fiori che vengono applicati ad una impalcatura di ferro, reti metalliche e polistirolo. Anche i carri infiorati sono animati da giochi di luci e movimenti meccanici.
Altro elemento caratterizzante il Carnevale acese è la partecipazione del pubblico che in maniera libera e gratuitamente lungo tutto il circuito può godere dello spettacolo delle parate in uno sfondo di luci, musica e colori che trasformano la città in un palcoscenico dove tutti diventano protagonisti.
Da qualche anno Acireale replica lo spettacolo del Carnevale anche in estate. Ad agosto durante il cosiddetto Carnevale estivo i carri tornano a sfilare esibendosi non solo per gli acesi ma anche per i numerosi turisti che in questo periodo affollano la città.
Testi: Associazione Culturale Cento Campanili