Settimana Santa

Località: Acireale

Descrizione

Unita alla Chiesa universale, anche Acireale, luogo in cui arte e fede coesistono in un connubio inscindibile, vive in maniera molto intensa i riti della settimana santa. La cattedrale di Acireale la mattina del Giovedì Santo diventa il luogo simbolo dell’unità della Chiesa acese che si raduna attorno al suo vescovo il quale con la partecipazione di tutti i presbiteri della diocesi consacra il santo Crisma.

Dopo i vespri del Giovedì Santo, con i quali ha inizio il solenne triduo pasquale, definito dalla Sacrosanctum Concilium centro di tutto l’anno liturgico, in tutte le chiese della diocesi viene celebrata la Coena Domini. Durante questa funzione, in cui viene si svolge il rito della lavanda dei piedi, si fa memoria dell’ultima cena consumata da Gesù insieme ai suoi Apostoli durante la quale venne istituita l’Eucarestia. Alla fine della Coena Domini l’Eucarestia viene riposta nell’altare della Reposizione allestito in tutte le chiese della città affinché i fedeli possano adorare il Santissimo, segno sacramentale di Gesù Cristo vivo e risorto. A partire dalla sera del Giovedì fino al mezzogiorno del Venerdì Santo gli acesi in un’ atmosfera di grande raccoglimento visitano gli altari della Reposizione quelli che un tempo nel linguaggio popolare venivano definiti impropriamente i sepolcri.

Nel pomeriggio del Venerdì Santo, secondo giorno del triduo pasquale, in tutte le chiesa sella città si fa memoria della passione e morte di Gesù. La sera dello stesso giorno si svolge la cosiddetta discesa dal Calvario durante la quale la settecentesca statua del Cristo Mortoviene portata in processione dalla chiesa del Santissimo Salvatore che simboleggia il Calvario, fino alla basilica dei Santi Apostoli Pietro e Paolo simbolo del sepolcro dove fu deposto il corpo di Gesù. La zona dove oggi sorge la chiesa del Santissimo Salvatore trovandosi un po’ più a monte rispetto al centro storico della città, nel 1656 fu scelta come Calvario dal predicatore quaresimale Luigi La Nuza. Come aveva fatto in tutti luoghi della Sicilia in cui era andato a predicare anche ad Acireale eresse un santo Calvario e fece costruire degli “atareddi” cioè edicole votive, rappresentanti i misteri della Passione. Come si legge in una cronaca del tempo: La domenica di Passione del 2 aprile di quell’anno dopo l’ ora di pranzo volle fare una processione con il santo legno della Croce di Cristo da impiantare in detto Monte. La processione che partì dalla chiesa matrice vide in prima fila dopo la Croce figlioli mascoli e doppo femmine con li crocifissi e corone di spine in testa al numero quasi di mille, dopo seguivano i Battenti in sangue con le Congregazioni che portavano un mistero della passione di Cristo poi seguivano i gentilhomini con il capo coronato di spine, seguiva la grande Croce del Calvario, il clero e il celebrante che con i colori viola portava il santo legno della Croce sotto il baldacchino portato dagli Spettabili Signori Giurati.

E’ a partire dal 1732 che la processione si arricchisce della presenza della statua del Cristo Morto di autore ignoto e donata all’arciconfraternita del Santissimo Crocifisso da Pietro Paolo Valerio. La statua del Cristo durante tutto l’anno è custodita nella cappella di Gesù e Maria della basilica dei Santi Apostoli Pietro e Paolo ma alla quattro del mattino del Venerdì Santo viene traslata in forma privata nella chiesa del Santissimo Salvatore dove rimane in esposizione per tutta giornata, poi alle 20,30 con una processione viene condotta in piazza Duomo dove sorge la basilica che la custodisce tutto l’anno. In questa occasione la città di Acireale si stringe attorno alla statua del Cristo Morto che adagiato su una lettiga sotto un prezioso baldacchino accompagnato dall’Addolorata, san Giovanni e dalla Maddalena attraversa il centro storico della città. La processione nel ‘600 veniva organizzata dalla confraternita della Madonna dei Miracoli, sostituita poi dall’arciconfraternita del Santissimo Crocifisso che ancora oggi insieme alla Pia Unione delle Guardie d’Onore si occupa del rito.

Alla processione prendono parte le autorità politiche e militari della città, il clero secolare e regolare, le associazione di volontariato che insieme ad un’immensa folla di fedeli accompagnano il Cristo fino al sacrato della basilica dei Santi Apostoli Pietro e Paolo dove il vescovo tiene una riflessione. Trasferito all’interno della basilica e scortato dalle confraternite il simulacro del Cristo rimane esposto fino alle 12 del Sabato Santo. Nel frattempo in una atmosfera di grande mestizia la città attende la grande veglia della notte e il giorno di Pasqua quando le cento campane delle chiese di Acireale tornano a suonare per annunciare a tutti la gioia del Cristo risorto.

Testi: Associazione Cento Campanili




Partner