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Descrizione
La drammatica immagine del Cristo Crocifisso con gli occhi aperti rivolti al Padre, verso il quale è stato obbediente fino alla morte di Croce e nel quale ora si abbandona totalmente, oltre a rivelare l’immenso amore di Dio che ha tanto amato il mondo da donare il unico suo Figlio, è la testimonianza più nitida della condivisione di Dio della sofferenza umana. Dio si fa uomo, soffre nel corpo e nello spirito per diventare dono infinito di vita eterna. Ai piedi del Crocifisso è collocato un ovale che ritrae l’Addolorata. La Vergine si presenta con l’aspetto di una giovane donna avvolta nel velo del lutto e con gli occhi straziati dal dolore. La devozione al Crocifisso e a Maria Addolorata ad Acireale si affermò dopo la venuta del gesuita Luigi La Nuza che giunse in città per predicare durante la quaresima del 1656. Con la costruzione di un santo Calvario, individuato nella chiesa del Santissimo Salvatore, il padre predicatore suscitò nella città di Acireale una grande devozione verso la passione di Cristo. Questo spiega perché è consuetudine trovare in quasi tutte le chiese della città insieme al Crocifisso l’immagine dell’Addolorata. L’iconografia di Maria che segue il figlio al Calvario si afferma nel XIV secolo quando incomincia ad essere ritratta con il cuore trafitto da una spada in riferimento all’episodio biblico della presentazione di Gesù al tempio in cui il vecchio Simeone profetizza alla Vergine che una spada le trafiggerà il cuore. Successivamente nel secolo XV si afferma anche la consuetudine di ritrarre l’Addolorata trafitta da sette spade in riferimento ai sette momenti più drammatici della vita di Maria e di suo Figlio a partire dallo smarrimento di Gesù nel tempio fino alla sua deposizione dalla Croce.