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Descrizione
La statua è collocata in una nicchia sovrastante un prezioso tabernacolo realizzato nel 1868 dall’artigiano acese Paolo D’Ambra. Con grande realismo l’opera racconta il dramma di un uomo che ha appena affrontato la flagellazione. Ha vinto nel corpo, il Cristo ancora legato alla colonna rivolge comunque il suo sguardo a chiunque si avvicina. La statua, conosciuta anche come il Divinissimo Cristo di san Pietro, è molto cara agli acesi i quali trovano nel Cristo un compagno con il quale condividere il dramma della sofferenza. In un antico manoscritto si legge che questa statua fino al 1700 “era posta in un luogo indecente” cioè giaceva abbandonata in uno scantinato di una casa privata, ma “della pietosa gente” si adoperò per togliere la statua da quel luogo e per darle una degna collocazione. Il Cristo alla Colonna allora fu portato nella chiesa dei santi Pietro e Paolo per essere esposto alla venerazione dei fedeli. In passato, quando il culto era alimentato dalla Congregazione del SS. Cristo alla Colonna, in occasione di gravi calamità naturali ma soprattutto nei periodi di grande siccità, che costituivano un vero flagello per l’economia locale, il simulacro del Cristo stazionava sul sacrato della chiesa o veniva portato in processione per le vie della città. Ad Acireale la devozione verso il Cristo alla Colonna, che continua ad essere meta incessante di visite da parte degli acesi, è ancora oggi molto radicata.