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- Chiesa di Santa Maria la Scala
Descrizione
Storia della fabbrica e prospetto
Non si hanno notizie certe riguardo la fondazione della chiesa della Madonna della Scala. Il documento più antico che ne testimonia l’esistenza risale al 1389 quando il 10 settembre il vescovo di Catania, Simone Del Pozzo, con una disposizione nominava Henrico Macrì juniori rettore e beneficiale dell’ecclesia Sancte Marie de Scalis territorii Acjs, in sostituzione di Henrico Macrì seniore che rinunciava all’incarico. Da tale documento sappiamo che la chiesa già alla fine del XIV secolo disponeva di beni e rendite ed aveva un assetto giuridico simile ai vicini priorati benedettini di Santa Dechia, (Santa Tecla), Santa Maria di lu Puccilu di Jaci (Pozzillo), Santa Anna di Capomulini (Capomulini), tutti priorati citati in documenti della fine del Trecento che, avendo perso la loro importanza religiosa, ora costituivano delle ricche rendite. Secondo Camillo Camiliani la primitiva chiesa sorgeva su un piccolo rilievo di fronte ad uno scoglio chiamato Rocca di Santa Maria. La presenza della chiesa viene confermata in occasione della visita del 1571 del vescovo Antonio Faraone quando annunciò che il beneficio di Santa Maria La Scala era stato aggregato alla chiesa di N.ra Sig.ra di Valverde del territorio di Aci. L’attuale chiesa, che sorge tra quelle che un tempo erano le umili case dei pescatori e le ottocentesche dimore di villeggiatura della ricca borghesia acese, è stata ricostruita dopo il terremoto del 1693. L’austero prospetto è abbellito da un seicentesco portale barocco realizzato in pietra nera dell’Etna. A completare la semplice architettura della facciata è il campanile aggiunto intorno agli anni ‘20 del ‘900.
Testi: Anna e Maria Coco