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- Maria di Salomè madre di Giacomo e Giovanni
Descrizione
L’opera presenta al centro della composizione Gesù ritratto con l’indice della mano destra rivolto verso il cielo a ricordare che a sedere alla sua destra o alla sua sinistra, non spetta a lui concederlo ma al Padre suo che è nei cieli. Alla sua sinistra, inginocchiata ai suoi piedi si trova Maria di Salomè mentre alla sua destra Giacomo e Giovanni, figli della donna e discepoli di Gesù. Fà da sfondo la città di Gerusalemme riconoscibile dalla sua caratteristica architettura. La scena si riferisce all’episodio evangelico narrato da Matteo quando Maria di Salomè, moglie di Zebedeo e madre di Giovanni e Giacomo il Maggiore chiese a Gesù che i due suoi figli potessero sedere alla sua destra e alla sua sinistra (cf Mt 20,21). Seguace di Gesù fino alla croce, insieme a Maria Maddalena e a Maria di Cleofa, recandosi al sepolcro, dopo aver comprato oli aromatici, scoprì che Gesù era risorto.
Pietro, pescatore nel mare di Galilea, dopo la morte di Giovanni Battista, di cui probabilmente era discepolo, fu chiamato da Gesù mentre insieme al fratello Andrea era intento a ordinare le reti: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini» disse Gesù ai due fratelli (Mc 1,17). Uomo di grandi entusiasmi ma anche di grandi cadute, fu l’unico a dare a Gesù la risposta: «Tu sei Cristo il Figlio del Dio vivente», fu colui che durante l’arresto di Gesù tagliò con la spada l’orecchio di Malco, il servo del Sommo Sacerdote ma fu anche colui che rinnegò tre volte Gesù e che, come gli altri Apostoli, fatta eccezione per Giovanni, non seguì il Maestro fino alla Croce. Ma Pietro fu il primo a precipitarsi al sepolcro quando le donne annunciarono che Gesù era risorto, fu il primo a fare l’annuncio della Resurrezione dopo Pentecoste e guarendo uno storpio, il primo a operare un miracolo dopo la Resurrezione di Gesù. Imprigionato da Erode Agrippa affrontò con serenità la prigionia. Dopo questo evento la Sacra Scrittura non dà più notizie del principe degli Apostoli ma la tradizione vuole che Pietro sia venuto a Roma e che sull’Appia antica abbia incontrato il Signore. Sempre secondo la tradizione fu arrestato durante la persecuzione di Nerone e per non morire nello stesso modo del suo Maestro, chiese di essere crocifisso a testa in giù.
Paolo nacque da famiglia ebrea, a Tarso, capitale della Cilicia. A Gerusalemme frequentò la scuola di Gamaliele appartenente alla corrente dei farisei. Convinto oppositore dei cristiani mentre si stava recando a Damasco per condurre uomini e donne cristiani in catene a Gerusalemme, fu colpito “dalla luce di Dio” che lo fece cadere da cavallo e lo rese cieco. Dopo aver ricevuto il Battesimo a Damasco cercò di evangelizzare i suoi vecchi compagni ma senza riuscire nel suo intento. Ritornato tre anni dopo a Damasco, fu costretto a fuggire, calandosi con una cesta dalle mura della città. A Gerusalemme incontrò Bàrnaba che lo introdusse nella comunità in cui operavano gli Apostoli. Lasciata Gerusalemme, tornò a Tarso dove fu chiamato da Bàrnaba che si era recato ad Antiochia per evangelizzare gli abitanti. In questa città, dopo che lo Spirito Santo si era manifestato ai saggi, su Paolo e a Bàrnaba furono imposte le mani e inviati per la prima missione. A Gerusalemme partecipò a quello che viene considerato il primo Concilio della storia della Chiesa nel quale fu affrontata la questione se gli Ebrei prima di essere battezzati, dovevano subire la circoncisione. Tra il 45 e il 49 insieme a Barnaba compì il primo viaggio apostolico ma entrati in contrasto sull’opportunità di portare con loro Marco, i due si divisero e Paolo dal 50 al 53 e dal 54 al 58, compì da solo altri due viaggi apostolici. A Cesarea conosce la profezia della sua morte e tornato a Gerusalemme fu accusato dai Giudei di aver profanato il tempio. Salvato dal linciaggio dai Romani, venne imprigionato e dichiarandosi cittadino romano, riuscì ad evitare la flagellazione. Scoperta una seconda congiura dei Giudei, venne inviato dal tribuno romano a Cesarea per comparire davanti al governatore Felice dove rimase prigioniero per più di due anni. Di fronte a nuove accuse dei Giudei, Paolo si appellò al giudizio di Cesare e per questo fu inviato a Roma. La nave su cui era imbarcato fece naufragio in prossimità della costa di Malta e dopo essere stato tre giorni a Siracusa arrivò a Roma. Nell’attesa dei suoi accusatori che non si presenteranno mai, Paolo rimase prigioniero a Roma per due anni ma poi, come si intuisce dalle sue lettere e da altre fonti, venne liberato. Dopo la famosa persecuzione di Nerone fu ricondotto nuovamente a Roma e dopo due anni di dura prigionia, morì per decapitazione in quanto cittadino romano.
Pietro e Paolo, come testimonia il libro di Atti, si incontrarono a Gerusalemme a ad Antiochia per discutere sulla necessità dei battezzati di seguire le prescrizioni giudaiche. Paolo, nonostante la solida formazione giudaica, non riuscì a evangelizzare i giudei ma fu l’Apostolo dei Gentili cioè dei pagani. Pietro invece, ebbe maggiore successo presso i giudei e una volta giunto a Roma, dove secondo la tradizione pare abbia incontrato Paolo, diventò il suo primo vescovo.