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Descrizione
Sul lato sinistro del transetto possiamo osservare un pregevole altare in marmi policromi sormontato da un’edicola barocca con timpano spezzato in legno scolpito, intagliato e dorato che fa da cornice alla statua di San Nicola, realizzata da Antonello Gagini nel 1523. Committente dell’opera fu il clero della città che, tramite il barone Michele Spatafora, diede l’incarico allo scultore che ricevette un compenso di sole 60 onze. L’opera, datata e firmata, fu collocata in loco dallo stesso Gagini.
La statua presenta san Nicola benedicente seduto su un trono posto in prospettiva mentre indossa vesti liturgiche orientali con al di sopra il pallio. La ricercatezza della caduta del panneggio, unitamente ai preziosismi rivelabili soprattutto dalla finezza dell’esecuzione del volto con un barba simmetricamente disposta nonché dagli aerei putti che sostengono la mitra, fanno dell’opera una delle più riuscite sculture dell’artista genovese, che tanta fortuna ebbe nella nostra Isola. Dagli studi emerge che la l’elezione di Nicola a vescovo fu segnata da un evento prodigioso. Alla morte dell’anziano vescovo, la comunità si riunì in preghiera insieme ai vescovi delle comunità vicine. Al più autorevole di loro fu chiesto di mettersi, all’alba, all’ingresso della chiesa e di consacrare il primo che vi fosse giunto di nome Nicola. Nato intorno al 270 a Patara sulle coste della Turchia, Nicola si distinse per la sua sollecitudine verso il prossimo. Fu vicino ai cristiani durante la persecuzione di Diocleziano e nel 325 partecipò al Concilio di Nicea. Morì intorno al 350. Durante una grave carestia, che colpì la città di Randazzo, pare che la statua abbia sanguinato e che, dopo questo fatto miracoloso, siano cessate le morti. A ricordo di questo evento nel giorno della festa del Santo in città è tradizione preparare la cuccia, un piatto a base di grano bollito e ricotta fresca.