Tesoro della Cattedrale

Località: Acireale

Descrizione

La cattedrale di Acireale conserva uno dei tesori più interessanti del comprensorio delle Aci, costituito da oggetti preziosi e arredi sacri donati alla Madonna Annunziata e alla Santa Patrona come segno di devozione e di ringraziamento.

Ad Acireale si cominciò a lavorare l’argento fin dal XVII secolo, ma la città, essendo priva di una corporazione (Consolato degli orafi e degli argentieri) che garantisse la purezza della lega, si rivolgeva spesse volte a Messina per la realizzazione di pregevoli Manufatti. Proprio la città dello Stretto, grazie alla sua posizione geografica, godeva di contatti culturali provenienti dalla penisola e da oltre i confini nazionali, per il suo essere “porta” dell’isola. A Messina gli acesi si rivolsero per la realizzazione del suo principale oggetto di culto che è reliquiario a busto della santa Patrona.

Tra la sacrestia dei canonici e l’aula capitolare è possibile vedere alcune suppellettili liturgiche facenti parte del tesoro.

Tra i pezzi più antichi meritano particolare attenzione i due reliquiari a braccio di santa Venera. Tali opere, antecedenti al terremoto del 1693, sono collocato in un arco temporale che va tra il 1660 e il 1689, e furono realizzate da un argentiere messinese. È tradizione della Chiesa quella di inserire alcuni frammenti ossei dei santi all’interno di custodie riproducenti le parti anatomiche da cui provenivano, proprio per sottolineare la fede nella resurrezione della carne e perché i corpi dei santi vivono in Cristo e pertanto sono degni di venerazione. Del secolo successivo è il reliquiario ad ostensorio con un frammento del cranio della Santa, ornato con testine di cherubini alati, e i due reliquiari a gamba, quest’ultimi di produzione messinese.

Di notevole interesse è la mazza capitolare realizzata a Palermo nel 1701, antica insegna di potere e autorità che apriva le processioni solenni del Capitolo dei canonici. Decorata con volute a figure femminili, presenta nella parte terminale la scena dell’Annunciazione, l’immagine di santa Venera e lo stemma di Acireale. Nel 1738 Acireale ottenne il privilegio di avere un consolato. Gli argentieri acesi, che dipendevano da Catania per la vidimazione delle opere, riuscirono a conquistarsi un’ottima fama grazie alla loro abilità tecnica, tanto che parecchie opere col marchio di Acireale oggi si ritrovano sparse in molte chiese dell’isole e dell’Italia.

Tra le opere realizzate in città è da segnalare l’ostensorio con la raffigurazione della Fede, realizzato da Mario Bottino nel 1780. È un piccolo gioiello orafo caratterizzato da ricchi decori rococò che uniscono la tecnica orafa con quella scultorea, segno dell’abilità raggiunta dall’artista.

Dal punto di vista teologico è significativa la presenza della statuetta della Fede su cui si innesta la raggiera a sole, a sottolineare il mistero della presenza di Cristo nell’eucaristia, verità fondata sulla fede trasmessa dalla Chiesa.

Del 1800 è una pisside in argento dorato, marchiata con il marchio di Acireale del console Alfio Strano. Essa presenta sovrabbondanza di decorazioni fito-floreali con i simboli della Passione: il velo della Veronica, la scala, la lancia e la colonna, mentre sulla coppa sono raffigurati l’agnello, il pellicano, il calice con l’ostia e una croce. È lo stesso argentiere ad eseguire cinque anni più tardi la capiente pisside che mostra caratteristiche simili alla precedente. Un altro argentiere acese, che ha lasciato tracce del suo stile è Paolo Rossi. Di lui possiamo notare un calice a fusto architettonico del 1817. È proprio il fusto, costituito da tre colonnine che hanno al centro un’anfora con rametti di roselline, a sottolineare la perizia tecnica dell’artista.

Tra le opere appartenenti alla Reale Cappella di Santa Venera è il prezioso calice in oro della metà dell’Ottocento, decorato con castoni di diamante e perle, opera donata nel 1932 alla Santa patrona da Rosalia Leonardi Calì, per volere dei due fratelli canonici Paolo e Rosario.

Testi: Associazione Cento Campanili




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