Sant’Antonio abate

Di: Giacinto Platania
Anno: seconda metà XVII secolo - Tecnica: olio su tela

Descrizione

L’opera presenta il Santo con l’abito da monaco eremita sul quale è visibile la tau, ultima lettera dell’alfabeto ebraico che rimanda alle cose ultime. Antonio, uno dei fondatori del monachesimo, dopo la morte dei genitori distribuì i suoi beni ai poveri e si ritirò nel deserto della Tebaide in Egitto dove fu lungamente tentato dal diavolo. Oltre al bastone e al campanellino, simboli della vita eremitica, nella tela è visibile un fuoco. Secondo il racconto agiografico mentre Antonio distraeva il diavolo, il suo maialino entrò all’inferno e rubò un pezzo di fuoco per donarlo agli uomini. Nella parte sinistra dell'opera è presente il libro del Vangelo mentre nella parte superiore sono due angioletti, che reggono la mitria e il pastorale, a ricordare che sant’Antonio divenne abate mitrato, cioè vescovo.


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