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Descrizione
Abbellita da un timpano sorretto da colonne di stucco verde, la cappella di san Sebastiano custodisce il fercolo e la statua del santo bimartire compatrono della città di Acireale.
Il fercolo, disegnato nel 1756 da Alessandro Vasta figlio di Pietro Paolo, presenta un rivestimento in lamine di argento realizzato e portato a termine nel 1771 dagli argentieri messinesi Lo Giudice e Aricò.
La statua realizzata in pastiglia, cioè un composto di polveri di argilla o gesso, polvere fine di marmo, colle forti e dipinta a tempera, fu portata solennemente in processione per la prima volta, nel 1572. Da allora ogni 20 gennaio giorno dei solenni festeggiamenti il simulacro del Santo sull’argenteo fercolo viene portato in processione per le vie della città. Di autore ignoto, l’opera è stata realizzata nella seconda metà del secolo XVI in epoca tardo rinascimentale, probabilmente nella parte occidentale della Sicilia. A causa delle varie ridipinture ad olio e smalto, delle gravi lesioni e dello staccamento dal basamento che ne compromettevano la stabilità, la statua tra il febbraio del 2007 e il gennaio del 2008 è stata sottoposta ad un accurato lavoro di restauro.
Sulle porte della cappella è collocata la grande tela di Michele Vecchio san Sebastiano in gloria. L’opera presenta il Santo nel momento in cui ascende al cielo. Come se il martirio fosse avvenuto ad Acireale e non a Roma ai piedi di Sebastiano sono riconoscibili il centro urbano della città, i faraglioni e l’Etna in eruzione. Uno stuolo di angeli, dei quali uno sorregge la spada, un altro le frecce e un terzo la corona, circonda il martire. Il Santo, avvolto in un drappo rosso, chiaro riferimento all’avvenuto martirio, contempla l’immagine della Vergine che con tenerezza materna assiste all’evento.
Sotto la tela è collocato un polittico di Giuseppe Giuffrida in cui sono rappresentate scene della vita del Santo tra cui il martirio. Sulla trabeazione dentellata una epigrafe ricorda che in quella cappella è custodito il “comandante che allontana tutti i mali, guerre, carestie ed epidemie”.
A fare da sfondo alla cappella è l’affresco ad encausto con il Seppellimento di san Sebastiano di Francesco Mancini del 1899-1901. Lo sguardo dei cristiani che compongono il corteo che sta accompagnando il corpo del martire nel luogo della sepoltura è rivolto verso la luce solare che entra tra i cunicoli delle catacombe attraverso un’apertura posta in alto chiara allusione alla presenza di Dio.