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Descrizione
Storia della fabbrica
Tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, il culto di san Sebastiano, invocato come protettore contro la peste, veniva curato da una confraternita i cui componenti si riunivano in un oratorio costruito agli inizi del XV secolo nello stesso luogo dove oggi sorge la chiesa dedicata a sant’Antonio di Padova.\r\nNel 1571 i rettori della confraternita chiesero al vescovo di Catania, Antonio Faraone, il permesso di portare in processione la statua del Santo che avevano fatto modellare. L’11 settembre dello stesso anno il vescovo accordò alla città di Aci il privilegio di portare in processione “hac perpetuis futuris temporibus” l’immagine del glorioso Sebastiano. \r\nNel 1577, quando una terribile epidemia di peste colpì il territorio delle Aci, la statua di san Sebastiano fu tenuta sull’altare come oggetto di suppliche da parte dei fedeli. La città rimase immune al contagio e i devoti, certi dell’intercessione del Santo aumentarono al punto di non poter essere più accolti nella chiesetta. I rettori della confraternita decisero allora di costruire una monumentale chiesa di tipo basilicale a tre navate. Per reperire il denaro necessario alla costruzione venne impiegato il ricavato delle rendite già esistenti e i lasciti di cittadini benestanti e di soci della confraternita.\r\nI lavori di costruzione iniziarono nel 1608 e continuarono fino al 1658. Tra il 1652 e il 1658 la navata della basilica venne arricchita da affreschi riguardanti la vita di san Sebastiano realizzati da Venerando Costanzo mentre, Baldassare Grasso realizzò gli affreschi del coro. \r\nL’11 gennaio 1693 una tremenda scossa di terremoto, che provocò circa 60.000 vittime in tutta la Val di Noto di cui 739 nella città di Aci, fece crollare il coro, la sagrestia e l’oratorio. Una epigrafe posta sul lato destro della facciata ricorda che i lavori di ricostruzione avvennero tra il 1695 e il 1699 cioè in soli quattro anni. Nel 1705 i rettori della chiesa avviarono i lavori di realizzazione della facciata che si presentava già ultimata nel 1715. Nel 1732 Pietro Paolo Vasta, dopo aver vinto una gara con Venerando Costanzo, realizzò gli affreschi del coro e del presbiterio. Tra il 1899 e il 1901 Francesco Patanè eseguì ad encausto gli affreschi dei due lati del transetto.
Prospetto
I lavori di realizzazione della facciata della basilica, che costituisce un perfetto esempio di barocco siciliano, ebbero inizio alla fine del 1705. Disegnata dall’acese Angelo Bellofiore essa si sviluppa, stretta tra due pilastri bugnati, su tre ordini. \r\nIl portale principale è abbellito da colonne decorate con girali d’acanto e figure antropomorfe. Accanto al portale si trovano due nicchie che ospitano le statue di san Giovanni Battista a sinistra e di san Cristoforo a destra. Seguono due coppie di paraste che fanno da cornice ai due ingressi laterali. Tra il primo e il secondo ordine si trova un basamento diviso in due zone: quella inferiore ospita quattordici puttini che reggono ghirlande di fiori e frutti e che rappresentano un vero e proprio inno alla vita; quella superiore presenta quattro coppie di teste mostruose che rivestono una funzione apotropaica, cioè di allontanare il male soprattutto le calamità naturali che da sempre hanno martoriato la terra delle Aci. Il secondo ordine presenta una grande vetrata sormontata da un timpano arcuato e con ai lati le statue di san Gervasio e san Lorenzo a sinistra e san Vito e san Protasio a destra. All’estremità del terzo ordine sono collocate le statue dei santi fratelli medici Cosma e Damiano. Nel 1742 venne realizzata, dai maestri Alfio Samperi e Francesco Flavetta, una loggia destinata ad ospitare le campane della basilica. Progettata come parte integrante della facciata, questa innovazione diventerà un elemento caratteristico della settecentesca architettura barocca del Val di Noto. Nello stesso anno l’esterno della basilica fu dotato di un atrio e di una balaustrata arricchita da dieci statue, disegnate pare da Pietro Paolo Vasta e realizzate da Gian Battista Marino, raffiguranti personaggi dell’Antico Testamento. Tra il 1847 e il 1848 Salvatore Paradiso realizzò gli artistici cancelli che chiudono l’atrio. Su disegni di Gustave Dorè nel 1893 a Napoli furono fusi i bassorilievi in bronzo della porta centrale che raccontano episodi della Bibbia. Di recente l’UNESCO ha dichiarato la basilica “monumento messaggero di una cultura di pace”.
Testi: Anna Coco, Maria Coco, Antonella Agata Di Gregorio