Descrizione
Storia della fabbrica
La chiesa madre di Santa Maria del Monte Carmelo, ubicata in Piazza IV Settembre, cuore della frazione acese di Aci Platani, fu edificata inizialmente, a memoria del canonico Vincenzo Raciti Romeo, nel 1524. Nel 1571 fu elevata al grado di chiesa sacramentale per volere del vescovo monsignor Antonio Faraone. Come si evince dalla data scolpita sull’architrave della porta laterale destra della facciata, l’attuale struttura architettonica risale alla prima metà del Settecento, poiché il terribile terremoto del 1693 danneggiò profondamente la prima chiesa. Ulteriori rimaneggiamenti furono eseguiti sia nei primi anni dell’Ottocento, a seguito del terremoto del 1818, sia nella prima metà del Novecento, per i danni provocati dal terremoto del 1914. La chiesa fu elevata a parrocchia il 19 dicembre 1921 con bolla dell’allora vescovo monsignor Salvatore Bella. I festeggiamenti in onore della Madonna si svolgono annualmente in due diversi periodi: la domenica “In Albis”, cioè la domenica successiva alla Pasqua e il 16 luglio. I giorni di festa sono preceduti da intensi momenti liturgici di preparazione. Nel giorno della festa della seconda domenica di Pasqua, il venerato simulacro della Vergine percorre le vie dell’abitato su un fercolo trainato dai devoti vestiti col tradizionale abito bianco.
Prospetto
La facciata, prevalentemente in pietra bianca, mostra una sezione centrale aggettante incastonata tra la torre campanaria a sinistra e quella dell’orologio a destra. Tale sezione presenta due ordini scanditi da coppie di colonne binate con capitello corinzio: nel primo trova spazio la porta centrale della chiesa, in cui è rappresentato Gesù Cristo che sorregge una croce e la colomba simbolo dello Spirito Santo, sormontata da un arco curvilineo sostenuto da finte colonne anch’esse con capitello corinzio; il secondo ordine, delimitato dal primo tramite una liscia trabeazione, presenta nella sezione centrale il gruppo scultoreo della Madonna col Bambino, posta sulla facciata nel 1936 e offerta dal concittadino Salvatore Trovato, inserita in una nicchia formata da due capitelli in stile corinzio sorreggenti un arco sopra il quale dominano elementi fitomorfi che si dipartono dal simbolo della Vergine Maria (le lettere «A» e «M» sovrapposte l’una all’altra come sigla di Ave Maria) posto sulla parte superiore dell’arco. Il prospetto centrale culmina con un timpano entro cui sono rappresentati due angeli che sostengono uno scudo coronato al cui centro appare sempre la medesima sigla mariana. La torre campanaria, costruita in tempi alterni tra il 1928 e il 1935, presenta tre ordini scanditi da cornici marcapiano. Il primo, delimitato lateralmente da una parasta in pietra lavica, inscrive la porta laterale sinistra della chiesa, perfettamente coincidente con la navata. In essa è rappresentata la Vergine Maria del Monte Carmelo ed è presente un’iscrizione latina, tratta dal messale romano, relativa alla festa della Vergine la cui memoria ricorre il 16 luglio: «Per te, Dei Genetrix, nobis est vita perdita data: quæ de caelo suscepisti prolem, et mundo genuisti Salvatorem», [tr. «Per te, o Madre di Dio, ci è resa la vita perduta: tu che ricevesti un figlio dal cielo, e generasti al mondo il Salvatore»]. Nel secondo ordine è presente una monofora sostenuta da colonne con capitello corinzio, alla cui base è posta un’elegante balconata, sormontata da un oculo. Nel terzo ed ultimo ordine svetta la cella campanaria con lesene con capitelli corinzi che inscrivono un’ampia serliana entro cui è inserita la balaustra analoga a quella presente nell’ordine sottostante. Sul lato destro del prospetto centrale vi è la torre dell’orologio, l’antica torre campanaria settecentesca demolita a seguito del terremoto del 1914, alla cui base è posta la porta destra della chiesa con architrave in pietra lavica, a imitazione di quello del lato sinistro. In essa è rappresentato uno schizzo del prospetto centrale della chiesa con nella parte inferiore numerosi fedeli che accorrono ad essa e in alto a destra è inoltre presente la seguente iscrizione latina, tratta dall’antifona delle lodi alla Beata Maria Vergine Regina, «Regina mundi dignissima, Maria virgo perpetua, intercede pro nostra pace e salute, quae genuiste Christum Dominum Salvatorem omnium» [tr. «O degnissima Regina del mondo, o Maria, Vergine perpetua, intercedi per la nostra pace e salute, tu che hai generato il Cristo Signore, Salvatore di tutti»]. La torre è delimitata da un’alta parasta in pietra lavica. Nella parte superiore domina l’orologio sopra il quale sono presenti due piccole campane bronzee del XVIII secolo, lì collocate nel 1916. Sul lato destro esterno della chiesa, sopraelevato rispetto al piano stradale, è presente un altro ingresso avente una porta bronzea, con architrave in pietra lavica, in cui è rappresentata una stella che irradia fasci di luce.
Testi: Giuseppe Scandura