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Descrizione
La tela presenta il Santo mentre si appresta ad uscire, sostenendosi con un possente bastone, dal fiume che ha appena attraversato portando sulle spalle Gesù Bambino che sostiene il globo terrestre. Assistono alla scena alcuni angioletti nascosti tra le nuvole. Secondo la tradizione san Cristoforo era un gigante di nome Rebrobo che dotato di una forza straordinaria volle mettersi a servizio del signore più potente della terra. Quando si accorse che il suo signore aveva paura del diavolo decise di mettersi a servizio di quest’ultimo. Ma Rebrobo si accorse che il diavolo aveva paura della Croce per cui decise di mettersi a servizio di Cristo. Consigliato da un saggio, visto che non riusciva a trovarlo, decise di aiutare i pellegrini ad attraversare un fiume nel punto più pericoloso. Una sera al gigante si presentò un bambino che chiese di essere portato sull’altra riva. Man mano che Rebrobo si inoltrava il peso del bambino diventava sempre più insostenibile. Quando ormai sfinito dalla fatica il gigante riuscì a raggiungere l’altra riva il piccolo rivelò di essere Cristo e come prova fece piantare in terra al suo traghettatore il bastone che miracolosamente si trasformò in una palma carica di datteri. Il culto di san Cristoforo, che significa portatore di Cristo, giunto da Costantinopoli, durante il Medioevo si diffuse in tutta la Sicilia, dove si affermò la credenza che la visione dell’immagine del Santo proteggesse da morte improvvisa considerato un grave pericolo per la salvezza dell’anima. Questo spiega perché l’immagine o la statua di san Cristoforo spesso si trova sugl’ingressi o sulle facciate delle chiese.