Chiesa S. Antonio di Padova

Località: Acireale

Descrizione

Storia della fabbrica

La chiesa, costruita quando ancora Acireale si chiamava Aquilia Nuova, è la più antica della città. Edificata dopo la terribile peste del 1466 fu dedicata a san Sebastiano. Ancora prima della sua costruzione si ha notizia dell’esistenza in città di una confraternita i cui componenti si riunivano in un piccolo oratorio che sorgeva nello stesso luogo dove oggi sorge la chiesa, per amministrare il culto di san Sebastiano invocato come protettore contro la peste. Scrive Paolo Diacono nella Historia Longobardorum che nel 680 la città di Roma fu colpita da una grave epidemia di peste e che molte guarigioni e la fine stessa della pestilenza fu attribuita al santo bimartire Sebastiano. Una tradizione orale vuole che nella seconda metà del ‘500 una nuova epidemia di peste colpì il territorio delle Aci e la statua di san Sebastiano venne tenuta a lungo sull’altare come oggetto di suppliche e invocazioni. La città rimase immune dal contagio e gli acesi attribuiranno la loro salvezza a san Sebastiano. La devozione verso il Santo aumentò sempre di più e la chiesetta diventò troppo piccola per contenere i numerosissimi devoti che soprattutto il 20 gennaio, giorno della festa, si riunivano ai piedi del loro protettore. La confraternita di san Sebastiano si adoperò per la costruzione di una nuova chiesa di dimensioni molto più ampie, eretta dove oggi sorge la basilica dedicata al Santo martire compatrono della città. Il 13 luglio del 1652 la nostra chiesetta venne dedicata a sant’Antonio di Padova la cui devozione era molto radicata in città. La violenza del terremoto del 1693 provocò gravi danni all’edificio che venne quasi interamente distrutto. La chiesa, ad un’unica navata, al suo interno custodisce gli ultimi affreschi di Pietro Paolo Vasta che rappresentano la conclusione della parabola artistica del pittore acese. Mentre stava affrescando la volta dell’abside con la Gloria di sant’Antonio nel 1755, Pietro Paolo Vasta fu colpito da apoplessia che lo portò alla paralisi. Gli affreschi nella parte inferiore furono portati a termine dal figlio Alessandro.

Prospetto

La chiesa sorge sulla via Vittorio Emanuele nelle vicinanze del luogo in cui un tempo sorgeva l’antica porta sud della città. Il terribile terremoto dell’ 11 gennaio 1693, che devastò tutta la Val di Noto seminando morte e distruzione, provocò gravissimi danni a quasi tutti gli edifici e alle chiese della città di Acireale. La nostra struttura, che nel 1652 era stata già dedicata a sant’Antonio di Padova, venne quasi del tutto distrutta. L’edificio sacro venne in seguito interamente ricostruito, ed oggi si presenta caratterizzato da una mescolanza di stili. Dell’antica costruzione rimane il pregevole portale realizzato in pietra bianca di Siracusa in stile tardo gotico abbellito da tipici stilemi catalani. Il piccolo campanile, che si presenta allineato al prospetto, è stato realizzato in stile barocco e presenta decori in pietra bianca di Siracusa e basalto dell’Etna.

Testi: Anna Coco, Maria Coco, Antonella Agata Di Gregorio




Le opere principali

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