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Descrizione
San Sebastiano e il martirio delle frecce. Il centurione romano convertito al cristianesimo è raffigurato come un giovinetto denudato, con le braccia saldamente legate al tronco di un albero, trafitto da frecce che ricordano il primo martirio ordinato dall’imperatore Diocleziano a cui Sebastiano sopravvive in quanto le frecce non ledono alcun organo vitale. Curato da una pia donna di nome Irene, il Santo ritorna davanti all’imperatore Diocleziano a professare la sua fede. L’imperatore decreta una seconda condanna. Sebastiano muore con il martirio della clava e affinchè si perda ogni sua traccia, ordina che il suo corpo venga gettato nella cloaca Maxima di Roma.
Ai piedi del Santo sul lato destro sono deposti l’armatura, la spada e l’elmo di centurione sul quale è riportata la firma dell’autore Ferro Vaccara e l’anno di realizzazione dell’opera, 1864. Il 20 gennaio, giorno dei festeggiamenti di San Sebastiano viene celebrata una messa solenne ed il dipinto viene portato in processione sul sagrato della chiesa per impartire la benedizione al corpo dei vigili urbani, del quale il Santo è il protettore.