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Descrizione
L’autore, che dipinse la tela quando aveva circa settant’anni, in un’unica opera ha voluto “raccontare” la grande devozione verso i tre santi fratelli, molto radicata nei paesi della provincia etnea e l’antico culto, ampiamente diffuso nella città di Acireale, verso i santi Pietro e Paolo a cui è dedicata la chiesa. Una tradizione locale vuole che i tre fratelli prima di giungere nella città di Lentini, dove avrebbero subito il martirio durante la loro persecuzione, toccarono varie località situate alle pendici dell’Etna. La tela presenta i tre fratelli, ritratti con l’aspetto di tre giovinetti, quando, prima di subire il martirio, erano prigionieri nel carcere mamertino. A spezzare le catene della loro prigionia furono i santi Pietro e Paolo che nella tela sono riconoscibili grazie ai loro segni iconografici delle chiavi e della spada. Ai piedi dei fratelli si trovano due angioletti che giocano con le catene spezzate dai due santi apostoli, simbolo della prigionia della vita terrena e preludio di quella eterna. Nella parte superiore della tela sono ben visibili due colombe simbolo dello Spirito Santo. Alla fine dell’800, per poter adattare la tela allo spazio dove fu collocata, fu necessario allungarla, comportando l'occultamento della colomba dipinta dall'autore e l'innesto di una nuova. Un restauro avvenuto nel 2001 ha individuato la primitiva colomba che oggi è ben visibile nella tela.