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Descrizione
All’interno del museo è custodita una pregevole tavola che raffigura San Nicola di Bari(11) della scuola di Antonello da Messina realizzata tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento. Essa non presenta più le dimensioni originali in quanto tagliata perché era stata incastonata in un armadio ligneo della sacrestia. Probabilmente originariamente doveva essere collocata sull’antico altare del Santo. San Nicola è raffigurato nell’atto di benedire i fedeli, mentre sulla sinistra tiene il libro aperto. Due angioletti che guardano verso lo spettatore lo incoronano con la mitria, mentre altri due angeli sono inginocchiati a sui piedi. La figura del Santo spicca per la sua ieraticità e l’intera opera per la sua consistenza pittorica e l’attenzione per i particolari evidenti nella realizzazione del motivo decorativo del parato, della barba e della particolare introspezione psicologica.
Sempre all’interno del museo è possibile osservare una veduta dell’antica Aci di ignoto pittore seicentesco. L’opera originariamente era collocata nella chiesa filiale della Pietà ed è stata trasportata in questa chiesa solo nel 1771.
Sempre all’interno del Museo sono conservate ed esposte, all’interno di bacheche, numerose suppellettili liturgiche tra le quali si può menzionare una custodia eucaristica del Cinquecento: su un piede con coppa ellittica sono attaccate 12 colonnette, al cui centro è posta una stella d’argento, e sono sormontate da un coronamento a piramide con al vertice il Cristo Risorto di argento dorato; inoltre un ostensorio eseguito dall’orafo acese Giuseppe Mangani nel 1784. Sul busto è la figura allegorica della Fede con in mano il calice e la croce su cui si innesta la raggiera; alcuni reliquiari quali il braccio che custodisce la reliquia di san Filippo realizzata nel 1753 dall’orefice Bartolotta di Catania, il braccio con la reliquia di san Nicola di Bari del 1722 e il reliquiario d’argento con il velo della Madonna del 1729.
All’erezione della collegiata rimandano la Croce d’argento con Crocifisso di rame dorato, utilizzato per le processioni capitolari dei canonici, la mazza capitolare di argento cesellato, con in cima san Pietro, e il calice d’argento dell’abate Filippo la Rosa.
Infine, si possono osservare due cofanetti eburnei del XV secolo. Il primo è di legno rivestito d’avorio, un tempo utilizzato per il trasporto del viatico. I fianchi del cofanetto sono ricoperti interamente da lastre rettangolari in cui sono rappresentati coppie di giovani amanti in diversi atteggiamenti, mentre il coperchio presenta degli intarsi in avorio. Il secondo, invece, senza anima di legno, è tutto d’avorio decorato da cerchietti dorati. Anche questo veniva utilizzato per la conservazione delle specie eucaristiche.