Descrizione
Storia della fabbrica
La fondazione della chiesa, intitolata a Maria SS. Annunziata, risale ai primi anni del XV secolo, ma già nel secolo precedente era stata edificata poco distante una piccola cappella, dedicata all’Annunziata. Agli inizi del XVI secolo a pochi metri dalla cappella fu costruita una chiesetta ad una sola navata con un campanile, la cui pianta corrisponde all’attuale navata centrale. Nei primi decenni del XVI secolo la chiesetta venne ampliata e dotata di navate laterali e di una torre campanaria costruita nel 1544 la quale, oltre ad ospitare le campane, doveva servire per avvistare le bande di ladri e briganti che spesso facevano delle incursioni nel centro abitato. L’ambizioso progetto di dare alla chiesetta l’aspetto basilicale in un primo momento si scontrò con l’indisponibilità del terreno retrostante la Matrice la quale possedeva solo un giardino che sorgeva dietro la navata centrale. Ma i proprietari dei terreni confinanti si dimostrarono disponibili a vendere i loro fondi, così ebbero inizio i lavori di costruzione del transetto, delle absidi e della cupola. Nel 1668 venne realizzato dallo scultore messinese Placido Blandamonte il portale d’ingresso avente come tema l’Annunciazione. Nel 1651 la santa vergine e martire Venera venne proclamata patrona della città di Acireale. A partire dal 1683 furono avviati i lavori per la costruzione, all’interno della basilica, di una cappella che doveva custodire le sacre reliquie ed il prezioso simulacro della Santa. L’11 gennaio del 1693 un terribile sisma devastò la Sicilia sud-orientale distruggendone gran parte del patrimonio storico-artistico; anche la chiesa Matrice subì ingenti danni di conseguenza fu oggetto di restauri, ultimati all’inizio del XVIII secolo. Nel 1711 i pittori messinesi Antonio, Paolo e Gaetano Filocamo diedero avvio ai lavori di realizzazione del ciclo di affreschi che impreziosiscono il presbiterio e la cappella di santa Venera mentre, tra il 1736 ed il 1737, l’acese Pietro Paolo Vasta eseguì gli affreschi delle due testate del transetto. Per conferire maggiore prestigio alla basilica, il capitolo dei canonici affidò nel 1843 all’astronomo danese Cristiano Federico Peters la progettazione di una meridiana nell’area del transetto. L’opera fu realizzata, con l’utilizzo di marmi policromi, dal catanese Carlo Calì. Tra il 1846 e il 1852 furono realizzati i lavori della pavimentazione in marmo. A partire dal 22 settembre 1842, giorno dell’inaugurazione e benedizione del cimitero della città, disposizioni comunali vietarono il seppellimento di cadaveri umani «dentro o fuori l’abitato fatta eccezione del cimitero». In osservanza di tale provvedimento l’amministrazione della città operò lo svuotamento e la chiusura di 22 sepolcri gentilizi ospitati nella chiesa Matrice. La rimozione delle rispettive lapidi, che trovavano posto sul calpestio della chiesa, rese necessario il rifacimento di tutta la pavimentazione dell’edificio sacro. In seguito all’istituzione della Diocesi di Acireale, tra il 1887 ed il 1890, per volontà del primo vescovo monsignor Gerlando Maria Genuardi, venne completato il prospetto principale con la costruzione della torre campanaria di settentrione, il rosone ed una galleria di raccordo, composta da colonnine ed archetti. Tra il 1905 ed il 1907 il pittore Giuseppe Sciuti di Zafferana Etnea realizzò gli affreschi della volta.
Prospetto
All’inizio il tempio sacro si presentava in maniera alquanto austera ed era arricchito solo da un campanile. L’attuale prospetto è il risultato di interventi che si sono succeduti nel corso dei secoli. Nel 1544 venne costruita una torre campanaria a due logge e merlata la cui funzione principale era quella di ospitare una sentinella che doveva avvisare la città dell’arrivo di briganti che si nascondevano nelle campagne circostanti. Dopo la costruzione delle tre absidi alla fine delle tre navate, del transetto e della cupola che fece assumere all’edificio l’aspetto basilicale, si pensò di abbellire il prospetto. I governatori della Matrice incaricarono lo scultore messinese Placido Blandamonte di realizzare un portale che sviluppasse il tema dell’Annunciazione. L’opera, per la quale venne pattuito un prezzo di 1000 onze, presenta quattro colonne con capitelli corinzi che delimitano l’ingresso principale della chiesa. Nell’edicola sovrastante l’architrave trovano posto la vergine Maria e l’angelo Gabriele con a sinistra santa Venera patrona della città che reca in mano il Vangelo e la palma della gloria cinta dalle tre corone della verginità, della predicazione e del martirio. A destra invece si trova santa Tecla la quale secondo il racconto agiografico subì il martirio del fuoco da cui rimase illesa e questo spiega perché il culto di santa Tecla un tempo era così radicato nella terra delle Aci spesso devastata dal fuoco dell’Etna. Il portale è arricchito da una lapide, nella quale si legge che Aci ha dedicato questa chiesa a Maria Annunziata, e da uno degli stemmi più antichi della città. Dopo l’istituzione della Diocesi di Acireale per volere del primo vescovo monsignor Gerlando Maria Genuardi, tra 1887 e il 1890, furono realizzati i lavori di completamento della facciata. In tale occasione venne approvato il progetto neogotico di Stefano Ittar che però fu sottoposto alla visione dell’architetto Basile il quale apportò lievi modifiche. Ottenuta l’approvazione del vescovo e dell’amministrazione comunale nel 1889 allo scopo di rivestire con un ornato il vuoto tra il secondo e il terzo ordine, fu realizzato un rosone sormontato da una galleria costituita da archi e colonnine. Venne realizzata anche una seconda torre campanaria quasi del tutto identica a quella costruita nella metà del XVI secolo in uno stile goticheggiante con caratteristiche aperture bifore e la parte terminante a cuspide decorata da mattoni policromi smaltati. Il prospetto meridionale, in stile neoclassico, presenta un portale in pietra bianca costituito da quattro colonne corinzie e da un timpano triangolare e una lapide nella quale sono riportate la data dell’istituzione del collegio dei canonici nel 1691, la consacrazione del tempio sacro nel 1721 e il restauro del 1797. Il prospetto settentrionale è arricchito da un portale in pietra lavica realizzato probabilmente nel ‘600.
Testi: Anna Coco, Maria Coco, Antonella Agata Di Gregorio